lunedì 28 maggio 2012

Gioco al massacro

Mi sono trascinata in ufficio e dopo qualche lacrima sfuggita al controllo, ho ripreso il controllo di me stessa e dei file excels sui quali dovevo lavorare. In uffico, é semplice non pensare, mantenere la mente concentrata su situazioni piú importanti, ma una volta fuori... la mente quasi in automatico corre a ritirar fuori dell'assurda idea di volerlo a tutti i costi.

Guido piano, con lo stomaco a pezzi e l'ansia che mi divora, lentamente fino a casa, dove mi infilo tra le lenzuola cercando ancora il suo profumo sul cuscino. Una folle...folle e masochista.

É il mio ex a svegliarmi: si trova in zona e mi chiede di vederci. Dopo un attimo di esitazione, accetto. Del resto anche lui merita una spiegazione sul perché del mio allontanamento. Mi riprometto di rispondere alle sue domande ed essere accogliente.

Lo invito a salire da me. Chiacchieriamo mentre io inizio a prepararmi per la serata. Non sono il tipo da restare a casa a piangere e a sentirmi sola, ma sembra che stasera nessuno abbia voglia di uscire oppure di andare a ballare. Potrei passare la serata con Emilio, ma gli farei solo del male e non sarebbe giusto.

Pur di starmi accanto un pó di piú, si offre di accompagnarmi in Milonga... non posso non pensare che invece Fabrizio non muove un dito per essere carino con me.

Arrivata in Milonga, cedo al dannoso istinto di sentirlo, ma ovviamente é con una delle sue amiche - Adriana forse, ma a chi importa il suo nome - e non risponde se non all'una e trenta passate, quando io euforica per la serata e forse un pó brilla gli chiedo di venire da me.

Quasi nello stesso momento arriviamo sotto casa mia. Gli vado incontro, lo bacio con la rabbia e il desiderio che da un pó caratterizza il mio rapporto con lui. Lo voglio, lo desidero, lo posseggo, dimenticando stupidamente il dolore di poche ore prima e facendo finta di non aspettarmi quello del giorno successivo.

Le notti con Fabrizio sono magiche, i risvegli dolci, ma fuori dal letto noi non esistiamo sebbene Fabrizio sostenga il contrario. Perché non chiamare le cose con il proprio nome? Perché nascondersi dietro terminologie inadatte? Siamo amanti che fuori dal letto non hanno nessun tipo di relazione. Perché continuare a mentire a noi stessi?

Per lui é normale frequentare altre donne in questa fase, per me non lo é affatto, ma allora perché tollero?

Non lo so, ma di sicuro riconosco che non é amore, piuttosto é un assordo gioco al massacro, un capriccio forse una sfida. Ma allora vale proprio la pena star cosí male?


venerdì 25 maggio 2012

Il sapore amaro della veritá

Devo scrivere... in questo istante é l'unico rimedio che posso utilizzre per esorcizzare l'immenso senso di frustrazione e rabbia che sento esplodermi dentro!

Non comprendo perché mi trovo ad essere coinvolta emotivamente sempre dallo stesso tipo d'uomo: bugiardo e puttaniere... Cosa c'e' che non va in me?

Quando ho conosciuto Fabrizio stavo attraversando un momento pessimo della mia vita lavorativa e ad innamorarmi non ci pensavo proprio, anche perché da quando il mio matrimonio era stato cancellato vivevo in un rigoroso torpore emotivo.

Poi il mio personalissimo miracolo emozionale... ho iniziato a provare un sentimento forte ed intenso che mi riempiva di felicita' ed entusiasmo. Mi piaceva pensare fosse amore.

Oggi tutto é crollato, la mia felicitá svanita, i miei sogni dissolti. Il freddo é ritornato ad albergare nel mio cuore.

Ascoltavo e le parole, con un eco crudele,  attraversando il canale uditivo, si propagavano nella mia anima dilaniandola con la forza di un esplosione.

Avevo chiesto la veritá, ma forse non ero pronta ad ascoltarla. Ancora un'altra donna nella sua vita, nel suo letto era forse troppo per me. Le lacrime scorrevano lente sul mio viso, ma io ero assente come un'estranea spettatrice del mio dolore.

Avrei dovuto cacciarlo via ed invece ho permesso che asciugasse le mie lacrime, che mi tenesse stretta tra le sue braccia, che facesse l'amore con me... o forse dovrei dire sesso.

Non si é fermato a dormire. E' andato via lasciandosi dietro un senso confuso di solitudine e sollievo.

So qual'e' il comportamento giusto da assumere e so anche che invece gli permetteró di farmi ancora tanto male. C'e' indubbiamente qualcosa di sbagliato in me.

domenica 30 ottobre 2011

Ricominciare


Ricominciare.... questa sembra la storia della mia vita. E’ come se girassi intorno ad un cerchio senza mai vederne la fine. E’ frustrante.
Ero tornata in Italia, inseguendo un sogno che mi si e’ trasformato, fin dai primi momenti, in un incubo. Avevo creduto nel progetto della mia agenzia, avevo creduto, o forse sperato, che il rientro in Italia non sarebbe stato tanto difficile e che non avrei rimpianto Londra.... Bullshit... absolutely bullshit! Tutto ben presto si e’ rivelato un autentico, gigantesco errore di valutazione.

Quel serpente a sonagli della mia socia, mi ha reso la vita difficile ancora di piu’, ma per fortuna adesso ho trovato la forza di dire basta, ed il mio avvocato mi sta aiutando ad uscire da questo assurdo incubo.
Sono fiduciosa, ci sara’ una svolta.